Lo spettacolo dell’anima. 365/6

imageE sto li, di fronte a questo immenso mare vuoto. Ai lati dello sguardo dei bellissimi monti verdeggianti, solcati da torrenti e rigagnoli in punti che non s’erano mai visti prima, molta è la pioggia caduta quest’anno, e nel suo mezzo lo sguardo volge al grande vuoto della valle, attraversata dal serpeggiare del fiume  che rumoreggia misto al frastuono lontano del quotidiano scorrere del lavorio umano. Le chiese di montagna sono sempre poste strategicamente nella migliore posizione del paese e sul suo piccolo piazzale antistante la vista spazia e corre via veloce. E non ci stavo pensando prima, ma aiutando Don Osvaldo a trasportare una damigiana di buon vino in casa sua, uscendo mi trovo di fronte uno spettacolo che mi toglie il fiato, una vista che di colpo mi mette in pace con il mondo, non è la prima volta, ma spesso si guarda senza vedere, e si sente senza ascoltare, e in quegli istanti altro non c’è che rimirare si tanta bellezza nel bel mezzo dell’estate come da calendario, e di sole, nemmeno l’ombra!

Respiro con calma in modo lungo, quasi sembra un sospiro, come a dire che chi ha creato tutto ciò, non può essere che l’amore, l’onnipresente amore che di anno in anno fa germogliare a nuova vita la vita. E’ maestoso tutto ciò che mi si presenta innanzi gli occhi, e’ spavaldo e imponente come la vita stessa, come il palpitare frenetico del tempo, che non conosce ostacoli ne limiti, e’ grandioso come l’oceano che ha per solo limite l’orizzonte che si piega circolare nei confini del nostro mondo.  E nell’immenso sfavillio di forme e colori, mi abbandono a pace interiore sentendomi piccolo piccolo davanti al Creato, quasi mi spiace del dopo, del domani, che mio malgrado mi riporterà  inesorabile in città al presente fatto di tutto, ma che a me non serve a nulla.

E sono quei monti, quelle valli lussureggianti, quell’enorme brulichio d’alberi, quel cielo che si fa pulito dopo l’ennesimo temporale, che fermano il mio pensiero, rendendolo assorto, incantato. Tutta quella luce mi pervade in un oblio che penetra dentro, mi acceca i sensi, inibisce la mente, e mi lascio trasportare da mille sensazioni che si mescolano tra loro portandomi diritto al mio cuore, alla mia anima, al mio cielo, e alzo lo sguardo, ancora un po’ più su, e ringrazio… Di colpo tutto il resto e’ senza senso, non ha nessuna importanza ciò che è stato fatto e detto, non ha nessuna importanza ciò che ho sentito e visto, in questa o quella situazione, dove ho dato ragione a lui, e criticato lei, quasi mi vergogno un poco di aver anche solo sprecato del prezioso tempo e buon senso giudicando e sentenziando, per lo sciocco interesse di compiacere uno, a discapito di un altro, creando solo confusione più di quella che già per se esiste nei cuori della gente.

Al cospetto del onnipotente spettacolo della Natura  e come se di colpo la mia coscienza volesse diventare linda come quella incantevole visione, e per questo quasi mi vergogno, essermi frapposto a si tanta naturale bellezza, e di essere stato un meschino giudicante, io che non sono nemmeno in grado di far nascere per mia volontà un filo d’erba, che non ho potere di far cadere una goccia di pioggia dal cielo, io, che non posso comandare un solo battito del mio cuore. All’improvviso dalla porta laterale, esce Tino, il sagrestano , che a voce forte mi saluta, ridestandomi dal mio dolce sogno ad occhi aperti; contraccambio il saluto, e con un soffocato sospiro, mi avvio verso casa, lasciandomi alle spalle quei soavi momenti, ma portandomi addosso un animo più pulito, e predisposto ad un futuro di certo meno ipocrita, che l’ipocrisia la detesto in tutte le sue forme.

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