Inizi la giornata che non sai cosa ti aspetta
Con il mio risveglio, si è rimessa in moto la macchina del destino, il mio posto nel mondo In quel mondo in cui non c’è più niente di fermo, di statico, di sicuro e di molto sereno Oggi ci si inventa giorno per giorno, e se va bene passi delle ore che stanno nella decenza del l’appena necessario Se non va benisssimo perché c’è l’inciampo di un qualche cosa, ti arriva un pugno nello stomaco e cerchi di reagire, anche se il pugno fa male Si accorcia il respiro, si accorcia la speranza, si accorcia la vita
Qualche minuto in auto di chi viaggia senza meta, e imprechi alla malasorte che non ti ha fatto ricco o almeno la possibilità di esserlo Poi fai la conta dei malanni del corpo e ti consoli pensando che la ricchezza non possa colmare il vuoto che lascia l’angoscia di non sapere cosa succede se qualcosa nel tuo quieto estere non va Come quella signora in chiesa, di fianco a me, che la Messa cominciava di lì a poco, ma un andarivieni di persone le chiedeva ora come le andasse la vita Meglio risponde Lei, mi hanno tolto un pezzo di intestino, ma ora sembra vada meglio, sembra si stia tutto sistemando
Ma continui a chiederti come farai a sopravvivere, come farai a portare il pane a casa per te, ma sopratutto per i tuoi cari, e il pugno nello stomaco ha solo perso un po’ di forza intensiva ma è sempre presente, disturba ancora, ti fa’ ancora male, allora ti spingi oltre con il pensiero, che devi trovare la forza di avere un perché dell’andare avanti nonostante tutto sembra si sia fermato
Poi accanto, in quel bar, arriva un altra risposta Appoggiato al banco a pugni chiusi, in attesa di un caffè macchiato con zucchero di canna, sposto lo sguardo di poco e una bella ‘mora’ ti guarda Due occhioni che incroci per un istante e volgi lo sguardo altrove, imbarazzo e inconsuetudine non permettono di andare oltre … per fortuna la bella donna parla per prima e ti chiede scusa se è invadente, ma pensa proprio di conoscerti e allora per mio sollievo, rompe l’indugio e ti ricorda un posto dove hai vissuto molti anni or sono in città Certo dice, tu sei… non ti ricordi di me? Eravamo dirimpettai di pianerottolo,… ma certo sei Tu, ciao, ma certo, ciao cara come stai? Mentre gli stringo la mano destra In segno di pace e fratellanza, …io bene risponde Lei, ho una splendida bimba di tre anni e vivo in questo paese da qualche anno
Me la ricordo bene la Simona, che pezzo di ragazza era, che pezzo di donna è,… che se esiste un paragone alla sua bellezza, … facile, gli occhi sono alla Liz Taylor, ed è giunonica come Anita Ekberg Il suo babbo attore di spot pubblicitari in Mediaset, la mamma una bella donna come la figlia, una famiglia benestante, comunque era agiata… Ma i tempi sono cambiati anche per Loro, anche per la figlia che di pugni nello stomaco ne deve avere ricevuti, per primo che abbia perso il suo posto di lavoro come impiegata, e ora si arrabatta a vendere orologi di alta bigiotteria, e il marito, quel bel fusto che la veniva a prendere con una potente motocicletta d’estate o un’auto fuoriserie tra le utilitarie d’inverno,… ma se funzionava essere un imprenditore edile venti anni or sono, ora anch’egli paga lo scotto della crisi, e non si arrabatta ma arranca anche Lui nei meandri del lavoro insicuro in quel della Valle D’Aosta
E di nuovo diminuisce il mio senso di impotenza, siamo in molti, siamo sempre di più e i pugni nello stomaco li prendiamo tutti Pazienza, solo pazienza e tutto si sistema anche se non si sistema, che prenderla bene è sempre meglio che prenderla male, la prima aiuta, la seconda meno, molto meno Poi si torna a casa, la moglie ti chiede cosa vuoi per cena, e non sai se pasta al ragù o al pomodoro Magari preferisci una bistecca piuttosto che spezzatino ai funghi, o ancora preferisci prosciutto crudo alle scaloppine, vino nel mezzo Non sai cosa mangiare, allora ti viene alla mente quel pugno allo stomaco e pensi… forse così male non sto’ C’è chi mangerebbe un tozzo di pane e berrebbe acqua nel mezzo, gli fosse concesso da amore disinteressato averle
Allora forza, aiutati che il Ciel t’aiuta, che se ti ‘tiri’ su Tu, si tira su anche Quello del tozzo di pane, a patto poi non ti scordi del suo disagio e che ti ricordi che di Lui Lui senza Te non è nulla, Tu senza Lui, sei ancora meno Il Tuo benessere è il benesssere di tutti, o lo si alimenta insieme, o si spegne in un pugno nello stomaco
Tempi bui, tempi che non si fanno vedere chiaramente con loro vesti Qualche capo di abbigliamento ‘firmato’ è rimasto a molti, retaggio di un passato non molto passato in cui molte persone si sono grogiolate incuranti nello spendere e spandere Grandi scritte sul petto della maglia a indicare che un qualcuno aveva comperato un modello di ‘marca’, ora sbiadite da anni di lavatrice Questa è la vera fregatura, siamo stati ridimensionati e nessuno ancora lo ammette nel confronto con gli altri, peggio non lo ammette nei confronti di se stesso Il ricco s’e’ fatto ancora più ricco e il povero ancora più povero ed il cosiddetto ceto medio è completamente sparito
Sono solo discorsi da bar, che a casa tua i discorsi te li fai nella tua testa quando moglie e figli sono stanchi di ascoltarti e non è il caso mio, che a casa mi ascolta solo la moglie, ma anche i cani, che quando parlo con il Roccia, mi guarda perplesso, muove la testa di poco a destra e sinistra come ti ascoltasse In realtà si aspetta che tu gli dica andiamo a fare pipì in giardino o biscotto, altra magica parola che intende associata alla delizia del pregustarne il rosicchiamento
Che poi, anche negli anni ottanta il ceto medio non esisteva di fatto, perlopiù erano ‘artigianotti’ che avevano accesso a prestiti agevolati e il lavoro certo non mancava per poterne pagare le rate, ma anche operai che si arrabattavavo al doppio lavoro aiutando l’artigiano Poi un tempo di una decina di anni fa, ad Agosto si chiusero le fabbriche per ferie e passando sulla strada che te le faceva scorgere, il deserto negli occhi… Normale si era nel periodo delle ferie, solo si sono prolungate per una decina di anni a questa parte le ferie, perché le fabbriche prime fra tutte le tessili e l’industria meccanica, sono ancora in ferie perché molte di loro, non riapriranno più e delle poche che hanno riaperto i battenti una buona metà si è ‘spostata’ all’estero dove la manodopera costa molto meno e le tasse non sono una barzelletta come quelle Italiane
Fa proprio ridere pensare che più del 50% del ricavato di produzione, si debba versare come onere allo Stato, che ancora si scrive maiuscolo in onore di alcune persone del passato che lo Stato l’hanno creato… Uno per tutti Sandro Pertini che per sua fortuna è in un mondo migliore dall’alto se la ride del nostro stupido, inutile affanno alla sopravvivenza e di questa situazione attuale, la colpa è di chi non paga le tasse, o di chi le evade che è lo stesso, mai dello Stato e di chi lo mal governa, mai Forse la colpa è anche degli extra comunitari, quegli invadenti che solo perché gli hanno bombardato. ( anche con bombe di fabbricazione Italiana ) l’ospedale dove era ricoverata la moglie che aveva partorito un figlio, o perché non hanno di che dare da mangiare alla propria famiglia, per queste ‘sciocchezze’ vengono in Italia e ci portano via il pane
Poco importa se il pane che ci portano via dalla bocca se lo guadagnano con lavori umili che nessun italiano non vuole più fare, tipo mungere mucche, fare la raccolta di zucche a schiena piegata per dodici ore al giorno L’italiano non fa’ più lo spacciatore di droga, Ormai la importa direttamente a quantità industriali e la fa distribuire a Magrebini e Albanesi e Africani d’ogni appartenenza E a gridare allo scandalo degli Immigrati che sbarcano sulle coste, fra tutti in prima linea i pensionati italiani che forse non sanno che già ora la loro misera pensione è alimentata e foraggiata nel buon 20% da contributi versati da lavoratori extra comunitari e il numero è destinato a crescere di anno in anno visto il calo demografico della popolazione Italiana Fra venti anni se esisterà ancora la pensione, dubbio di molti, sarà interamente versata da contributi oltre oceano, sarà versata anche da quelle donne che sono sfuggite alla cattura di chi le voleva schiave del lavoro e del sesso nei loro paesi d’origine, quelle donne che sbarcano sulle nostre spiaggie e noi non le vogliamo perché preferiremmo fossero trattate nei loro paesi come animali o peggio, che una bestia vale di più di una donna in certi paesi
Ma nessuno ancora ammette il disagio economico in cui siamo, nessuno ammette ancora il disagio con cui ci hanno costretto a convivere, sempre peggio … Tempi bui che non si presentano con le loro vere vesti di povertà e nemmeno noi ci arrendiamo nel vestirci umilmente,… compriamo ancora maglie ‘firmate’, le compriamo da quegli uomini che quando vedono una divisa raccolgono la loro merce in fretta e furia e fuggono nel retro di un bar, o nel cortile più vicino, gli stessi uomini che sono venuti in Italia per portarci via un lavoro che noi non faremmo mai, perché noi vestiamo ancora ‘firmati’