E pace sia

E PACE SIA.

Gettare lo sguardo nello scuro della notte intanto che la rugiada bagna le fronde degli alberi. Essere in cerca di pace, non cercare altro che quella. È buffo pensare di possederla tramite l’avere delle “cose”, inverso la realtà insegna a possederne il meno possibili, ma gli scolari del mondo spesso non stanno attenti alle lezioni.

Se si ascoltasse attentamente il maestro o la maestra dietro la cattedra della vita rimarrebbe più spazio di serenità per ognuno e ne consegue per gli altri… un po’ come pregare, si dovrebbe fare per altre Anime… diversamente verrebbe a mancare l’inizio del fine ultimo d’ambire con la preghiera, essere umili. Umiltà porta la pace ed io e il mondo ne abbiamo un immenso bisogno perciò anche non possa venire la pace universale, vale comunque il provarci per quel poco o quel tanto che ognuno di noi ha a disposizione nel proprio cuore.  I nostri tentativi saranno goccia d’acqua nel mare, ma tutte quelle gocce diverrebbero un impetuoso ruscello al disgelo della primavera per dopo trasformarsi in un potente e maestoso fiume. Un fiume d’amore che non cancellerà tutto il male del mondo, ma lo conterrà sempre di più sino a farlo vergognare.

Siamo alla ricerca costante dal l’avere il buon senso di saper rinunciare all’affanno di “possedere” cose inutili, quali la vanità e lo spreco. Siamo alla ricerca della Pace, di quella che non ti fa pensare a null’altro che a respirare sentendoti farlo.

Che ognuno porti la sua croce con il massimo delle proprie forze al fine di rendere più lieve il peso della stessa. Al fine, “la croce” non sarà un fardello ma uno stimolo di vita, un tenersi sempre all’erta concedendosi momenti di vera Pace.

Siamo ancora qui tra il buio della notte e mille smeraldi di rugiada che si sono posati sulle foglioline del Glicine e hanno ammantato i prati. I Cani latrano, abbaiano, ululano, si scambiano messaggi perlopiù dal loro territorio che orinano spesso per delimitare gli spazi affidati dall’uomo, difendono quei confini facendo sentire gli echeggi in ogni dove della loro voce.

Il cane da pastore non abbaia mai per intero, inizia a far uscire dalla gola un “vvuuff” che si smorza di botto, vuol dire stai zitto che voglio dormire… ho governato pecore tutto il giorno e ho avuto il mio pezzo di pane adesso ho voglia di Pace.

I randagi non cercano la pace, l’hanno già trovata, vivono di stenti ma sono liberi.

Il buio è meno buio.  Gli occhi ora vedono un poco di più e il buio è divenuto blu come il resto del celo, sta arrivando la Pace… e Pace sia, per me e chiunque la cerchi. Anche i Cani hanno voglia di Pace così come il resto del mondo.

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